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Riforma del Catasto: nuove misure per il 2026

La riforma del Catasto è una delle misure previste dalla legge delega per la revisione del sistema fiscale, approvata dal Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021. Il suo obiettivo è modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati, nonché integrare le informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale.

La riforma del Catasto prevede i seguenti cambiamenti principali:

  • Dal 1° gennaio 2026, per ciascun immobile dovrà essere determinato il valore patrimoniale e una rendita calcolata sui parametri del mercato, oltre alla rendita catastale attuale. Questi dati non saranno però utilizzati per la determinazione della base imponibile dei tributi.

  • I metri quadri sostituiranno i vani come unità di misura della superficie degli immobili. Questo consentirà una maggiore omogeneità e trasparenza nella classificazione degli immobili.

  • Saranno previsti nuovi strumenti, da porre a disposizione dei comuni e dell'Agenzia delle entrate, per facilitare e accelerare l'individuazione e il corretto classamento degli immobili non censiti, dei terreni edificabili accatastati come agricoli e degli immobili abusivi. Saranno inoltre previsti specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni in questo ambito.

  • Saranno previsti strumenti e modelli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l'Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni, nonché la loro coerenza ai fini dell'accatastamento delle unità immobiliari.

  • Saranno stabiliti nuovi criteri per la classificazione degli immobili storico-artistici, tenendo conto del loro valore culturale e della loro tutela.

Al momento, la riforma del catasto, che prevedeva la revisione dei valori degli immobili sulla base del mercato, è stata bloccata dal Governo Meloni per il 2023.

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato che i valori catastali italiani non hanno bisogno di essere aggiornati nell’immediato, in quanto non sono così obsoleti rispetto ad altri Paesi europei.

La riforma del catasto era stata avviata dal precedente esecutivo con una legge delega trasmessa alle Camere a fine 2021, e aveva lo scopo di modernizzare il sistema di censimento e controllo del patrimonio edilizio nazionale, stimato in oltre un milione di immobili fantasma. Tuttavia, la parte più controversa della riforma era quella che riguardava l’impatto fiscale sui contribuenti e sugli enti locali, in quanto la rivalutazione dei valori avrebbe comportato un aumento delle imposte immobiliari (come IMU e ISEE) e delle tasse sulle compravendite e sulle successioni.

Il Governo Meloni ha quindi deciso di rinviare la riforma a tempi migliori, privilegiando altre priorità come la nuova Irpef.

Questo articolo ha uno scopo puramente divulgativo e non ha carattere tecnico.
Per ogni dubbio o approfondimento, si consiglia di rivolgersi allo Studio Tecnico Vulcano, per valutare la situazione specifica e fornire una consulenza adeguata.